mercoledì 19 marzo 2014

Il Solitario

Rientrai in casa e bevvi un sorso a canna dalla bottiglia di gin che era riversa sul tavolo della cucina. Afferrai dallo scaffale nel reparto operai della musica “Willy And The Poor Boys” dei “Creedence Clearwater Revival”, anno 1969. Tirai  un altro sorso a canna e cominciai a sentirmi meglio. La musica, da subito, mi catapultò sulle sponde del grande fiume che attraversa l’America, mentre la voce di John Fogerty, lacerata e colma d’anima, mi travolgeva. Quella voce, che pare sia sempre sul punto di spezzarsi, sprigiona un’energia e una passione che ti afferrano le pareti dello stomaco, facendotele arricciare. C’è tutto in quelle semplici canzoni: voglia di vivere, di combattere e fierezza di essere duri e puri. Tutte cose che quelli come me non sentono più da molto tempo ormai. Persone che avevano confidato nel potere magico della musica per crearsi l’esistenza. Che su tre accordi hanno adagiato i propri sogni, e con molta probabilità hanno perso più di un occasione nella vita. Che sul treno dei finti sorrisi non ci sono mai voluti salire per restare fedele a se stessi. Persone che hanno pianto come bambini, con l’angoscia nel cuore, cozzando la testa contro le pareti del mondo. Uomini che si sono trascinati nel buio della notte. E che, sbandati e confusi, non hanno trovato più la strada di casa.
My my, ehi ehi, il rock and roll è qui e ci resterà. E’ meglio bruciare fino in fondo,che dissolversi nel nulla. My my ,ehi ehi. E’ uscire dal blu ed entrare nel nero. Ti danno questo, ma paghi per quello. E una volta che sei andato non puoi più tornare. Quando sei uscito dal blu. Ed entrato nel nero.”MY MY, EHI EHI” (OUT OF THE BLUE)- Neil Young-
Sono poche le cose che ci legano al passato, ma alla fine sono proprio quelle che fanno più male. Mi sdraiai sul letto, nella penombra con un bicchiere sul petto, ascoltando “Live Rust” di Neil Young, anno 1979. Un doppio album dal vivo registrato nel 1978 al Cow Palace di San Francisco, dove Young con la sua  chitarra acustica prima si scioglie  dentro le sue ballate dolenti e, poi,  insieme ai Crazy Horse, dà vita ad un set elettrico ad alta intensità emotiva: Like A Hurricane, Cortez The Killer, My My Hey Hey, Cinnamon Girl, Powderfinger, sono proiettili devastanti che mi hanno lasciato segni profondi sulla pelle, sui nervi, nella pancia dell’anima. Almeno fin  quando non è sopraggiunta la rassegnazione. Live Rust è il disco con cui mi avvicinai a questo pazzo furioso che  fin li avevo tenuto a debita distanza. Perché ero giovane e ribelle, e i Clash erano il mio unico credo. La sua musica, in quei giorni, era il punto di riferimento di una generazione che in qualche modo consideravo già vecchia. Ma era nella natura delle cose e della vita dovermi incrociare con quest’uomo. Un inquieto sognatore notturno, la cui esistenza è costellata di fantasmi.“Quando lei se ne andò, lui morì, ma continuò a fingersi vivo. Quando lo vedrai, capirai che niente può liberarlo. Fatti da parte, cedigli strada: è il solitario.(The Loner). Sdraiato sul letto pensai a Luisa e al suo corpo caldo e vibrante mentre facevamo l’amore. Mi sentii come se avessi lasciato le mie tracce sul bagnasciuga, e al mio ritorno non c’era più nulla.( Uscendo Dal Blu Ed Entrando Nel Nero tratto da : Viaggiatori Nella Notte)

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